{"id":3611,"date":"2015-08-26T19:14:54","date_gmt":"2015-08-26T17:14:54","guid":{"rendered":"http:\/\/www.milangotango.com\/?p=3611"},"modified":"2016-09-19T21:48:26","modified_gmt":"2016-09-19T19:48:26","slug":"vecchio-e-nuovo-mondo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/milangotango.com\/vecchio-e-nuovo-mondo\/","title":{"rendered":"Vecchio e nuovo mondo"},"content":{"rendered":"
Il tango nella storia<\/p><\/div>\n
Ai primi del 900 l’Argentina veniva chiamata “il granaio del mondo” e l’Uruguay, “la Svizzera delle Americhe” per la ricchezza bancaria e il senso civico che vi regnavano. Si trattava di paesi poco conosciuti direttamente, dei quali si poteva soltanto favoleggiare: la comunicazione arrivava del tutto distorta e se ne aveva quindi la percezione come di luoghi esotici e tropicali, animati di donne perdute spagnoleggianti e pericolosi pistoleri.
\nQuesti paesi erano allora invece all’avanguardia, e nella sola citt\u00e0 di Buenos Aires c’erano pi\u00f9 telefoni che in tutta l’Italia, pi\u00f9 automobili che in tutta la Francia, e che si stava costruendo la prima linea della metropolitana con mezzi tecnologici furutistici e un dispendio di denaro pi\u00f9 che ragguardevole.
\nIn effetti anche oggi, nonostante le grandi possibilit\u00e0 di informarsi e la facilit\u00e0 a viaggiare, per l’europeo medio aztechi e maya sono assolutamente la stessa cosa e nessuno conosce le peculiarit\u00e0 dei vari paesi del Sud America, come del resto accade anche per l’Africa o l’Oriente: non sappiamo e non ci informiamo.\u00a0E i latino americani guardano all’Europa come alla madrepatria, considerando marginalmente le proprie origini africane o autoctone.
\nNel 1905 i bastimenti che portavano a Buenos Aires gli emigrati d’oltreoceano erano frequenti e con essi arriva in Europa la musica dei primi brani di tango, “La Morocha” e “El Choclo” di Angel Villoldo. C’\u00e8 chi vede il business e ingaggia lo stesso Villoldo, musicista, cantante e ballerino, per incidere un disco.
\nI coniugi Gobbi, uruguayano lui e cilena lei, sono la prima coppia di ballerini di tango ad arrivare a New York e Londra, e Parigi.
\nEcco che la danza e la musica del tango arrivano nel vecchio mondo, e sbarcano via via altri tangueros, per aprire scuole di danza e suonare.
\nRispetto ai balli di coppia come il valzer, il tango \u00e8 una novit\u00e0 assoluta: i suoi passi sono complicati, le gambe fanno evoluzioni difficili e si coglie subito che non si pu\u00f2 imparare giusto facendo un po’ di esercizio, ma che bisogna proprio studiarlo. Ecco che diviene ben presto una moda fra i ricchi e dei nobili. Ovviamente i pareri sono discordi, perch\u00e9 sembra un ballo troppo lascivo e immorale. Ma se ne parla molto!
\nIn Francia \u00e8 una vera mania. Le signore della buona societ\u00e0 imparano il tango da maestri ballerini durante i loro pomeriggi bon ton. Persino la moda ne resta affascinata, e inventa il “colore tango”, fra l’arancione e il salmone e la “gonna tango” con uno spacco sul retro, dal ginocchio in gi\u00f9.
\nNasce la famosa jupe-culotte dello stilista Paul Poirer, i pantaloni alla turca che ancora oggi si vedono indossati dalle ballerine, che\u00a0favoriscono i movimenti delle gambe senza scoprirle troppo.<\/p>\n
Ballare tango<\/p><\/div>\n
La costituzione argentina del\u00a01853 favoriva l’accesso al paese di immigrati europei, nell’intento di farlo diventare uno stato europeo. Buenos Aires si riemp\u00ec di immigrati, quasi tutti maschi, che in poco tempo triplicarono la sua popolazione, la\u00a0maggior parte dei quali italiani e di famiglia povera.
\nNegli Stati Uniti si \u00e8 arrivati a contare un emigrante italiano ogni sei\/otto abitanti, a fine ottocento, ma in Argentina la percentuale era di uno ogni due.
\nNel quartiere Boca, nella parte sud della capitale, sulla foce del fiume Plata, vanno a insediarsi i liguri, e l’edilizia stessa ce lo racconta: case basse, lamiere coloratissime\u00a0e\u00a0uno stile che richiama certi scorci delle Cinque Terre. I siciliani invece si radicano nella parte\u00a0nord di Buenos Aires, creando il quartiere Palermo, con l’ippodromo che costituisce una delle attrattive principali.
\nUn altro 50% degli immigrati sono gli spagnoli, in particolare andalusi e galiziani, ed ebrei in fuga dai paesi dell’Europa dell’est.
\nIn periferia nascono le fabbriche e l’espansione urbana fa si’\u00a0che si\u00a0mescolino persone che prima erano separate. Gli immigrati si sentono fuori posto, e vivono nella nostalgia: cucinano, parlano, si vestono e cercano di vivere come facevano i loro nonni italiani e sono ossessionati dal “ritorno a casa”, che, spesso, sanno impossibile.\u00a0Per renderla sopportabile, non rimane altro che ricostruire la propria identit\u00e0\u00a0localmente. Nasce il dialetto lunfardo, un mix di dialetti italiani e di spagnolo, parlato solo a Buenos Aires, che spesso si immagina come lingua della malavita, creata apposta per non farsi capire. Nasce il\u00a0Vesre (reves), l’uso di deformare il linguaggio rovesciando le sillabe che compongono una parola in modo da trasformare ad esempio Japon in\u00a0Ponja e\u00a0Tango in Gotan. Questi linguaggi vengono abbracciati dalla cultura del tango.<\/p>\n
Nelle normali scuole di danza installate dai sudamericani in Italia, le donne, per iscriversi alle lezioni di tango, sono tenute ad esibire un’ autorizzazione firmata dai relativi genitori o mariti. E le donne, quando ballano, vanno poi a confessarsi in chiesa!\u00a0Monsignor Arnette, l’arcivescovo di Parigi, elevando una richiesta di condanna al Sacro Concistorio, lancia l’anatema contro quella danza indecente e lasciva, peccaminosa espressione della malavita, “esotica nel nome e nell’origine”, che\u00a0Papa Pio X che, nel\u00a01913, per verificare se si tratti davvero di una danza troppo peccaminosa, decide di convocare una coppia di ballerini . Non trova in quell’esibizione nulla di pericoloso per la morale, ma decide di raccomandare alle persone di ballare pi\u00f9 che altro le danze italiane tradizionale.
\nUn giornalista di Rimini ipotizza che il tango faccia male alle signore, poich\u00e9, concentrandosi per ballarlo, assumono espressioni che le invecchiano precocemente.
\nSta di fatto che tutti ne parlano!<\/p>\n
All’inizio del ‘900 molte fra le pi\u00f9 celebri canzoni vi si ispirano, con un clich\u00e9 molto tipico, di violini di tipo tzigano.\u00a0Basti pensare alla colonna sonora del film di Chaplin “Luci della citt\u00e0”. Anche nelle canzoni italiane si fa riferimento a donne di mal’affare collegate con questo genere musicale:\u00a0Creola, del\u00a01925, Tango delle Capinere, del 1928,\u00a0Malafemmina, del 1951, Tango della gelosia, del 1933\u00a0ecc. L’emigrazione in Argentina e l’arrivo del Tango in Europa Ai primi del 900 l’Argentina veniva chiamata “il granaio del mondo” e l’Uruguay, “la Svizzera delle Americhe” per la ricchezza bancaria e il senso civico...<\/p>\n","protected":false},"author":4,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":[],"categories":[1],"tags":[11,27,26,23,12,4],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/3611"}],"collection":[{"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/users\/4"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/comments?post=3611"}],"version-history":[{"count":3,"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/3611\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":3637,"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/posts\/3611\/revisions\/3637"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/media?parent=3611"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/categories?post=3611"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/milangotango.com\/wp-json\/wp\/v2\/tags?post=3611"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}
\nPersino Stravinskij\u00a0mette\u00a0un tango nella sua “Histoire du soldat” (1918), e Kurt Weill e Bertold Brecht fanno altrettanto nell’\u00a0“Opera di due soldi” (1928). E molti cantanti lirici si cimentano in questo repertorio, con risultati spesso discutibili…
\nI\u00a0soldati della Prima guerra Mondiale lo ballano al fronte, al ritmo dei cucchiai che battono sulle gavette. E i musicisti e ballerini presenti sul territorio europeo si moltiplicano, e prendono Parigi a punto di riferimento. Lo stesso Astor Piazzolla diviene mondialmente noto grazie al suo soggiorno nella capitale francese, che ben si adatta al languore nostalgico degli immigrati sudamericani in Europa.
\nIn Finlandia prende cos\u00ec piede che addirittura nasce un genere di tango locale.
\nIl fatto stesso che internazionalmente si dica “t come tango” per indicare in modo inequivocabile la lettera T, ci d\u00e0 una visione chiara della fama enorme del genere musicale!
\nDal 1996 i balli standard (valzer, tango, twist e slow-fox) e quelli latini (rumba, cha-cha-cha, pasodoble), entrano nelle Olimpiadi, a titolo sperimentale.<\/p>\n<\/a>
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