Le scelte musicali

Scelte musicali nel Tango

Nel Tango Argentino la danza è la rappresentazione fisica della musica. La musica deve spingere alla danza e rispettare criteri tradizionali.

In una serata di solito la scelta musicale prevede una successione di una “tandas” (turni) di 4 brani omogenei fra loro, separate da brevi intermezzi musicali, detti “cortinas” (tende), che non si ballano e che di solito non appartengono al tango come genere musicale.

Il ruolo del musicalizador, colui che sceglie le musiche, come fa un dj, è fondamentale: deve sentire l’atmosfera che si sta creando in milonga e scegliere i brani migliori di conseguenza, per aiutare i ballerini ad esprimersi al meglio, invitandoli ed incoraggiandoli a ballare ancora. Non si tratta quindi solamente di scegliere buona musica e premere il tanto “play”: i brani devono essere di buona qualità, ovviamente, ma i danzatori devono venire guidati lungo un percorso, come se si stesse loro raccontando una storia.
Troppo spesso le persone sono abituate al concetto di musica di sottofondo, nel loro quotidiano: si va al centro commerciale o in un bar e si fanno altre attività ascoltando distrattamente un brano che risulta assolutamente scollegato da ciò che stiamo vivendo.
La prima cosa che rende interessante la scelta dei pezzi è che chi la attua rispetti la situazione e dia agli utenti ciò che davvero serve loro in quel momento: ciò che vogliono ballare, non ciò che lui pensa che dovrebbero ascoltare!
Va considerato anche il fatto che chi non capisce i testi ha un ostacolo alla comprensione del linguaggio musicale, e quindi vanno scelti brani che abbiano una atmosfera chiara e che siano emozionalmente evidenti.
Oggi l’uso della tecnologia ha grandemente modificato le possibilità di utilizzo della musica: dal vinile, al cd, e poi al computer ci sono grandi differenze. Si può disporre di una varietà impensabile nel passato. E’ quindi adesso possibile creare playlist molto adattabili, sempre considerando di usare buona musica, inserendo brani dell’epoca d’oro del Tango (1935-1955), senza modificare troppo repentinamente il tempo e lo stile musicale, mantenendo però una varietà stimolante, alla ricerca di ciò che possa sostenere la danza e non di ciò che è di moda o di ciò che possa stupire gli ascoltatori.

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